Aprile 23, 2025

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Il Corinaldo C5 stacca il pass per la Serie A2, Tinti: “Avevo una promessa con i ragazzi”

Foto: ASD Corinaldo C5

Lo scorso 5 aprile sono partiti in 200 da Corinaldo per raggiungere Teramo, dove la squadra corinaldese si è giocata la vittoria del campionato all’ultima giornata. I biancorossi, dopo un difficile avvio di partita e un primo tempo per niente glorioso sono riusciti a pareggiare per 4-4 contro la Lisciani Teramo, risultato che basta al Corinaldo per staccare di un punto il Mernap Faenza, fino a quel momento primo in classifica ed aggiudicarsi un posto in Serie A2 senza passare dai play-off.
La società corinaldese ha festeggiato proprio quest’anno il decimo anno in Serie B. Nella stagione 2014/2015 a dirigere la panchina c’era proprio lui, Massimo Tinti e potrebbe sembrare un caso, ma la realtà dei fatti è che il ‘tenente’ è stato fortemente voluto e desiderato da giocatori e società per l’avvio di questa stagione, un po’ come se per chiudere il cerchio servisse proprio il suo zampino.
Abbiamo deciso di fare due chiacchiere con il mister di origini corinaldesi, che ad oggi rappresenta per l’intero paese marchigiano il punto fermo e affidabile da cui partire quando ci si prefissano importanti obbiettivi da raggiungere.

  1. Dopo la stagione 23/24 la squadra ha espresso la volontà di avere lei a dirigere la panchina, vorrei che ci raccontasse quali sono stati i suoi pensieri in quei giorni e cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico.
    “I giocatori che compongono la rosa attuale della prima squadra del Corinaldo calcio a 5 ho avuto la fortuna di allenarli anni fa nel settore giovanile. Con ognuno di loro esisteva una promessa, quella di passare ancora una volta una stagione insieme. Quel tempo è arrivato proprio quest’anno e tutto è ricominciato da dove avevamo lasciato, anche grazie al lavoro scrupoloso degli allenatori che mi hanno preceduto e che ringrazio anche in questa sede”
  2. Negli ultimi sabati al palazzetto iniziava ad esserci aria di play-off, poi alla penultima giornata con la vittoria dilagante sul Recanati ha preso forma l’idea che sarebbe bastato un ultimo sforzo per vincere il campionato, come è stato preparare una partita che portava con sé un grosso peso e tante aspettative?
    “La bravura di questo gruppo è risaputa e così la sua intelligenza, doti che hanno permesso di non porre all’inizio obbiettivi troppo difficili e ambiziosi da sostenere a gioco lungo. La volontà è stata quella di proporre piccoli passi, uno alla volta: partecipare per la prima volta alla Coppa Italia, poi una salvezza tranquilla, poi i play-off e infine provare a vincere il campionato. Mentre questo avveniva il palazzetto andava di gara in gara a riempirsi sempre di più, fino alla gara con il Recanati dove nemmeno uno spillo in più avrebbe trovato posto”
  3. Parlando della partita contro il Lisciani Teramo non possiamo non soffermarci sull’importanza dello spogliatoio, nella quale siete rientrati a fine primo tempo sotto di tre gol, quanto è stato importante quel momento? Quali sono state le parole che hanno sbloccato la testa ai ragazzi?
    “Certe gare sono sempre tanto difficili da giocare, ancora di più se arrivano dopo aver disputato un campionato micidiale, molto livellato e con la rosa assottigliata da mille infortuni. Gara partita male nel primo tempo dove niente pareva funzionare come soltanto una settimana prima. Durante l’intervallo le dinamiche da sistemare erano davvero molte ma questa squadra ha mille vite, lo stile di ripartire da una singola cosa alla volta: alzare la testa, fare un gol, poi tenerci corti, infine, una volta che l’autostima ha ricominciato a macinare, provare con ogni risorsa disponibile a fare questa impresa sportiva fino in fondo”
  4. Dopo dieci anni di Serie B, il raggiungimento della Serie A2 porta la sua firma. Come persona e come allenatore, quanto significa questo traguardo?
    “Una grande scommessa quella di rimettermi in gioco, dieci anni dopo la storica promozione in Serie B, farla poi nel mio paese natale ancora di più. Agevolato in questo da una società e uno staff tecnico che nel tempo non ha spostato di un millimetro la sua filosofia, fatta di progetti competenti che mettono al centro sempre le persone, tanto lavoro a testa bassa e la ferrea volontà di valorizzare esclusivamente giocatori che provengono dal settore giovanile. Per tutto questo il risultato finale ha molto più sapore e spessore, la bellezza di sentirsi come un piccolo Athletic Bilbao”
  5. E se oggi dovesse dire qualcosa ai suoi ragazzi, alla società e ai tifosi biancorossi quali sarebbero le parole giuste?
    “Per rispondere uso uno dei miei slogan presi dalla musica rock: ‘Quando tutti sono una cosa sola, una cosa sola è tutto’… ed è avvenuto proprio questo, lo spirito della società ha galvanizzato l’ambiente, i ragazzi hanno capito al volo di dover alzare l’asticella del loro grande talento fino in cima e il pubblico, in ogni modo possibile, ha buttato il proprio cuore in campo per darci una mano, giornata dopo giornata, belle o brutte che fossero. Grazie ad ogni singolo attore protagonista e non protagonista, ad un paese intero”
  6. A chi dedica questa promozione?
    “A Tamara, a Emma, a Francesca, a Silvia, a Simone e a Maria Sole”

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