Il Futsal Canicattì cede al Pala Livatino Saetta: discorso qualificazione rimandato al ritorno

Foto: Futsal Canicattì
Il Futsal Canicattì ha giocato bene ed ha perso male. Al Pala Livatino Saetta, nel primo confronto col Bitonto, sono prevalse le ragioni e le marcature dei neroverdi che chiudendo con un perentorio 2-4 hanno portato a casa un buon tesoretto da far valere al ritorno. Sabato prossimo si giocherà al Pala Forgia di Bari e allora sapremo chi andrà in finale a Cesena.
Tutto qui? Per niente!
L’invito, per tutti, non può essere che quello di andarsi a rivedere il match, perché lo spettacolo agonistico visto è stato di grande impatto; e poi una breve ma attenta analisi va fatta: un primo tempo tiratissimo con tante occasioni, molte moltissime quelle dei biancorossi, ma le reti sono arrivate solo negli istanti finali prima con Castillo e poi con Keko a riportare l’equilibrio; nel secondo tempo gli uomini di mister Lodispoto sono stati bravi nell’allungo, portandosi 1-4 e delimitando un largo divario, la rete di Scervino è riuscita a limitare la distanza posta, ma ancora una volta i biancorossi hanno palleggiato tanto, creato tanto, finalizzato tanto senza però colpo ferire.
Da api operaie, i ‘sanculotti’ di mister Castiglione hanno ben figurato (e purtroppo per la platea canicattinese solo questo!). L’unico neo forse essere un po’ in ritardo nelle ripartenze.
Ma non tutto è perduto, per due motivi:
1. Il Futsal è uno sport imprevedibile e impronosticabile, lo sport del diavolo.
2. C’è del bello in questo roster siciliano, che è stato piantato e con cura nutrito e che ovviamente vuole fiorire.
E come i motivi ornamentali dei cul del lampe (la base dei lampioni, delle lampade), che abbelliscono l’intero oggetto grazie alla preziosità della base, il Futsal Canicattì potrebbe fiorire proprio nell’ultimo match di stagione per il girone D di A2.
E allora: 𝐶𝑎𝑟𝑖 𝑎𝑡𝑙𝑒𝑡𝑖 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖, 𝑛𝑜𝑖 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑣𝑖 𝑖𝑛 𝐸́𝑙𝑖𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑑𝑎𝑡𝑜. 𝐼𝑙 𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 ‘𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎’ 𝑒 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑑𝑖 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑑𝑢𝑡𝑜, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑢𝑛 𝑎𝑟𝑟𝑒𝑠𝑡𝑜 (𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑜𝑔𝑔𝑖) 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑖𝑜𝑚𝑏𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑢𝑙 𝑑𝑒 𝑠𝑎𝑐.